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Itinerario di 4 giorni

Liguria Marinara: i mestieri del mare e le antiche tradizioni

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L'esperienza

Benvenuto nell’incantevole mondo marinaro della Liguria, una regione baciata dal sole e affacciata sul mare, dove le antiche tradizioni si intrecciano armoniosamente con la vita moderna.

Se i tuoi antenati hanno origini in un paese della costa ligure, in questo itinerario puoi trovare suggestioni e suggerimenti  per immergerti nella cultura marittima che ha plasmato la storia dei tuoi avi e di queste terre.

L’itinerario ha l’obiettivo di fornirti degli spunti di visita e può essere rimodulato a seconda dei tuoi interessi personali.

La Liguria, con le sue coste a picco, vanta una tradizione marittima radicata nei secoli, a tratti ancora viva, a tratti bisognosa di recupero. Pescatori e navigatori liguri raccontano storie di coraggio e di dedizione.

Le strette stradine dei borghi marinari, testimoni di un passato ricco di avventure e scambi commerciali, rivelano usanze tramandate di generazione in generazione.

Ti proponiamo un’esperienza a stretto contatto con il mare. Imbarcandoti su un autentico gozzo ligure scoprirai i segreti della pesca tradizionale; farai un salto nel tempo apprendendo le tecniche di navigazione che probabilmente anche i tuoi antenati conoscevano.

Il cuore pulsante di questa avventura è il contatto autentico con le persone del posto.

Ti accoglieranno con facce ruvide e sorrisi calorosi, condividendo racconti di vita e svelando segreti che solo chi vive a stretto contatto con il mare può conoscere.

Sarà un’occasione unica per apprendere le usanze locali, partecipare a rituali antichi, preparare e gustare autentici piatti di pesce preparati con passione e maestria.

Ogni passo, incontro, attività, ti condurrà a nuove scoperte, offrendo panorami insoliti e occasioni per vivere appieno l’atmosfera al sapore di sale che caratterizza questa terra, luogo d’origine dei tuoi antenati.

In pillole

Cooking class
Musei
Natura
Borgo storico
Mare
cultura marinara
Tradizioni
Esperienze
Enogastronomia

Itinerario

Camogli

É un luogo dove la “Liguritudine” ti entra nella pelle facendoti immergere appieno nell’autenticità di usi e tradizioni marinare.

Nel DNA di Camogli c’è scritto pesca e arte della navigazione.

La popolazione inizia fin dalle origini medievali a solcare il Mar Mediterraneo per pescare il tonno, il pesce azzurro, il corallo.

Nell’Ottocento fa il grande salto dedicandosi alla navigazione professionale. Gli armatori e capibarca di Camogli prendono parte alle grandi campagne di conquista dell’epoca al soldo dei regnanti europei.

Accumulano ricchezze e trasformano il piccolo paese nel borgo colorato di oggi. Accompagnato da una guida esperta, ritroverai  tanti pezzetti della storia marinara di Camogli tra le sue vie, i suoi archivolti, i suoi edifici civili e religiosi.

Visiteremo anche il Museo Marinaro, che custodisce ancora documenti e testimonianze della cosiddetta “città dai mille bianchi velieri”. 

Era l’Ottocento, l’epoca in cui i primi coraggiosi pionieri si imbarcavano sui brigantini che facevano la spola con le Americhe per cercare nuove opportunità commerciali e di vita.

 

La tonnarella di Camogli e San Fruttuoso

Dopo uno spuntino leggero a base di gallette del marinaio ci aspetta la nostra prima uscita in mare. Andiamo alla Tonnarella di Camogli, oggi presidio Slow Food. 

Si tratta di un sistema di pesca stagionale e si differenzia dalla tonnara per le sue dimensioni più ridotte e una breve rete di sbarramento.

Si calava in mare da aprile a settembre. La sua storia è secolare, citata in documenti del 1600 ma presumibilmente più antica.

Originariamente per tonni, si è adattata nel 1800 a pescare specie più piccole ma pregiate, a causa della diminuzione dei tonni catturati.

A bordo di una barca privata cercheremo di ricostruire questo sistema di pesca attraverso immagini e modelli.

Proseguiremo poi il nostro tour verso Porto Pidocchio dove sarà possibile ammirare il Golfo Paradiso dall’interno dell’Area Marina Protetta di Portofino.

Giungeremo infine a S. Fruttuoso, dove visiteremo l’antico luogo dove ancora oggi vengono preparate le reti con fibre di cocco.

E se siamo nella bella stagione, è possibile rinfrescarsi con un tuffo nelle acque cristalline ed invitanti del Mar Ligure che, nella baia di S. Fruttuoso, custodisce la famosa statua sommersa del Cristo degli Abissi.

Lavagna

Al di fuori del porto di Genova, storicamente i cantieri venivano montati sull’arenile e poi smontati dopo aver terminato la costruzione delle barche. Lungo la Riviera Ligure, le località più rinomate per la costruzione delle imbarcazioni erano Varazze, Lerici e Lavagna.

É in quest’ultima cittadina che ci apriranno le porte di un cantiere navale ancora attivo. Qui avremo modo di toccare con mano l’abilità di un maestro d’ascia che ancora lavora il legno con gli attrezzi di una volta per trasformarlo in gozzi secondo l’antica tradizione ligure.

Dopo la visita al cantiere faremo una passeggiata nel centro storico della cittadina rinomata per l’estrazione dell’ardesia, la pietra nera di Liguria.

Dalle cave che si trovavano in collina, le portatrici trasportavano le lastre di pietra sulla testa camminando a piedi nudi lungo i sentieri che arrivavano fino al mare.

Qui le lastre venivano caricate sui leudi, le imbarcazioni a vela latina utilizzate per il trasporto delle merci lungo la costa.

Termineremo la visita con un salto al panoramico cimitero monumentale di Lavagna dove armatori, capitani ed emigranti hanno deciso di riposare, con uno sguardo eternamente rivolto al loro mare.

Avegno

Continuiamo il nostro percorso dedicato al mondo marinaro spostandoci a pochi chilometri dalla costa, nel paesino di Avegno.

Qui raggiungeremo il laboratorio utilizzato da un’associazione locale che si occupa di valorizzazione della cultura marinara.

L’oggetto delle sue attività non è limitato ai manufatti, quali vecchi scafi o attrezzature, ma si estende al “saper fare”, all’arte costruttiva di maestri d’ascia, velai e cordai.

É giunto il momento di imparare facendo e sperimentando in prima persona.

Impareremo come si fanno le cime e i nodi marinari, come i calafati rendono stagne le giunture delle imbarcazioni e come si realizzano le piombature.

E poi metteremo le mani nel pescato pulendo, salando e conservando le acciughe proprio come facevano e fanno i marinai liguri.

L’acciuga è un pesce molto amato in questa terra ma ha vita breve e conservarlo è fondamentale, lo capiremo quando avremo in mano l’arbanella da noi stessi confezionata.

E per celebrare il lavoro svolto insieme brinderemo con un calice di vermentino, per ritrovare la sapidità del mare anche nel bicchiere!

Genova

Cosa vuol dire fare il pescatore al giorno d’oggi? Lo scopriremo insieme con chi il mestiere ancora lo fa tra mille difficoltà.

Ci rechiamo a Boccadasse dove ci aspettano i ragazzi della Cooperativa pescatori e ci imbarchiamo con loro per un’uscita di pesca in mare.

Non sarà difficile capire i versi della canzone del cantautore Pierangelo Bertoli: “Pesca, forza tira pescatore / pesca e non ti fermare / poco pesce nella rete / lunghi giorni in mezzo al mare”.

Il pesce non è mai tanto e spesso è quello che non siamo più abituati a mangiare, ma ci si deve vivere.

Può succedere che il gozzo con cui i pescatori escono sia più vecchio di loro.

A corredo hanno qualche chilometro di reti da usare a seconda della stagione e del tipo di pesce.

Fare il pescatore era ed è ancora  un mestiere duro, fatto di attese e di punti di riferimento. Non c’è Gps a bordo, longitudine e latitudine si calcolano con gli incroci; tra un campanile e un albero, una casa e il monte e così via. 

Proprio come facevano quegli antenati per i quali era diventata talmente dura da decidere di partire altrove.

Una volta tornati a terra arricchiti da questa esperienza, non sarà ancora finita.

Boccadasse

Faremo una passeggiata nel pittoresco borgo di Boccadasse, che ha ispirato gli emigranti liguri per costruire il quartiere della Boca a Buenos Aires.

La giornata dedicata alla pesca si concluderà in un ristorante tipico, dove potremo gustare il pesce freschissimo cucinato in maniera semplice, come vuole la tradizione genovese.

Inutile chiedere cosa ci sarà nel piatto, questo lo sa solo il mare!

Genova

Nonostante la Liguria sia una terra affacciata sul mare, i piatti di pesce non sono molti e piuttosto recenti; la cucina è più che altro basata su ingredienti che vengono dalla terra.

C’è un piatto però che esprime tutta la palette dei borghi di Liguria e mette perfettamente d’accordo mare e terra. É il cappon magro.

Si tratta di una pietanza che risale a epoche in cui gli avanzi nobili erano rielaborati in portate ricche di pesce, verdure e salsa verde, con un carattere tutto genovese.

L’origine del nome del piatto è avvolta nel mistero.

Nato inizialmente come una preparazione modesta, il Cappon Magro è diventato oggi un piatto ricco, con ingredienti abbondanti e una decorazione sfarzosa.

Tradizionalmente associato al periodo quaresimale, oggi si è trasformato in un sontuoso antipasto natalizio ma si mangia volentieri anche d’estate, poiché va servito freddo.

Alcuni suggeriscono che possa avere radici marinaresche perchè viene preparato con il pesce pescato, le gallette utilizzate durante le lunghe traversate per mare e le verdure probabilmente provenienti dai giardinetti di casa coltivati dai comandanti quando non erano in navigazione.

Si chiama cappone ma non ha niente a che fare né con i volatili, né con la carne.

In dialetto genovese il cappone è la gallinella di mare. Il piatto potrebbe anche essere associato al crostone di pane tostato strofinato con aglio, ideale per accompagnare zuppe, o alla caponata, una pietanza semplice con tonno, fagiolini, olive, cipolla, pomodori e gallette marinare.

In alcune versioni dei libri di cucina regionale, si suggerisce che il termine “capon magro” possa essere una riflessione sulla delicatezza del piatto, in contrasto con la maestosità di un ricco piatto di cappone.

Qualunque sia l’origine del nome, quello che faremo insieme per concludere il nostro viaggio nella cultura marinara ligure è una ricetta che potrai facilmente replicare una volta a casa.

Non una lezione di cucina ma un laboratorio creativo per dare forma al tuo personale “cappon magro” dove storia e sapori si intrecciano in un connubio unico e coloratissimo.

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