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Argentina: emigrazione ligure e sport

09 Aprile 2024

3 minuti

Buenos Aires, Argentina: 18 marzo 2024.  “Arrivo della nave Amerigo Vespucci” 

In vista dell’arrivo della nave Amerigo Vespucci in Argentina, il Consolato Italiano di Buenos Aires, l’Ambasciata italiana, insieme al Ministero della Difesa, l’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, l’Agenzia ICE, hanno organizzato una serie di eventi che si sono svolti in diversi punti della città, con il tema comune dell’emigrazione italiana in Argentina.

Ancorato nell’antico porto di Buenos Aires, vicino all’Hotel degli immigrati, l’Amerigo Vespucci, dopo 70 anni,  è giunto a Buenos Aires per la seconda volta. L’attrazione principale è stata la possibilità per i turisti di visitare internamente la nave “più bella del mondo”, simbolo storico della marina italiana. Contemporaneamente vi è stata l’esposizione di una bellissima mostra fotografica di Maki Galimberti e Massimo Sestini, allestita lungo l’antico bacino di discesa dalle navi dei passeggeri. Lo stesso bacino che, più di cento anni fa, conduceva gli emigrati fino all’ufficio emigrazione, dove dovevano registrarsi tutti quelli che avrebbero risieduto nell’hotel durante i 5 giorni che il governo argentino concedeva loro, allo scopo di trovare un lavoro, riunirsi con familiari e amici o semplicemente aspettare il biglietto del treno che li avrebbe portati alla loro nuova città, nella loro nuova patria.

Alle 17.00 è iniziato il dibattito programmato nel quale sono intervenuti Daniel Arcucci (biografo di Diego Armando Maradona) che ha parlato del legame di Maradona con il Napoli; Daniel Bertoni (ex nazionale argentino e giocatore del Napoli di Maradona, dell’Udinese e della Fiorentina); Paolo Masini (Presidente della Fondazione MEI) e Romina Deprati (socia di Italea Liguria). All’evento hanno partecipato anche gli storici ufficiali dei club del Boca, River, San Lorenzo, Carboneros e il segretario del patrimonio del Gobierno de la Ciudad de Buenos Aires.

Amerigo Vespucci

Evento del 20/03 presso il Centro Cultural Kirchner – Buenos Aires, Argentina

Alle 17.00, al quinto piano, si è svolto il lancio ufficiale del Turismo delle radici con una conferenza condotta da Luigi Maria Vignali (Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie) e da Giovanni Maria De Vita (Coordinatore del progetto del Turismo delle Radici del MAECI). La nuova proposta turistica che il Ministero sta sviluppando insieme alle 20 associazioni ufficiali, una per ogni regione d’Italia, ha l’obiettivo di offrire ai viaggiatori di ritorno, la possibilità di organizzare percorsi personalizzati attraverso i quali potranno scoprire i costumi, la storia e i luoghi da dove partirono i loro antenati.

Al termine della conferenza, è stata inaugurata ufficialmente la mostra fotografica “El mar que nos une”. Proposta realizzata da Massimo Sestini (vincitore del Word Press foto 2015) e Maki Galimberti (noto fotografo di celebrità).
Contemporaneamente è stata presentata la proposta del Museo MEI alla presenza del Presidente della Fondazione MEI, Paolo Masini: un’esperienza nella camera immersiva dove si racconta l’immigrazione italiana in argentina, attraverso lo sport. Ripercorrendo la storia dei personaggi che furono protagonisti della nascita  dei grandi club, delle realtà sportive e degli  atleti di origine italiana che si trasformarono in icone dello sport a livello mondiale. Nella camera immersiva era presente anche un estratto della tournée del Genoa in Sud America nel 1923. A fare da sfondo ai contenuti, le immagini proposte dalla Regione Liguria e dalla città di Genova con tante splendide località tra cui anche i maestosi palazzi riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

L’antico ufficio postale di Buenos Aires (attuale  Centro Cultural Kirchner) una volta di più si è trasformato in una componente importante della storia, di questa storia in comune che racconta i legami tra Italia e Argentina. Come cent’anni fa, le sue stanze portano notizie dall’Italia, come quando arrivavano le lettere delle famiglie italiane che cercavano di essere presenti nel quotidiano di tutti quegli emigrati che dovettero lasciare le loro case, i loro amici e i loro amori per costruire un futuro nella lontana Argentina.

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