Genova e l’emigrazione
Un legame profondo, una storia antica, un fenomeno che ha attraversato secoli e generazioni. Il convegno “Emigrazione: dalla Liguria al mondo”, organizzato da Italea Liguria il 15 marzo scorso al Museo Mei di Genova, ha riunito i principali soggetti che si occupano di emigrazione nel territorio: Fondazione Casa America, Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI), CISEI, Associazione Liguri nel Mondo, tutti protagonisti di una giornata di studio intensa e partecipata.
La scelta di dedicare un convegno alla storia dell’emigrazione ligure nasce dalla volontà di creare una coscienza diffusa tra i liguri, un tassello fondamentale per sviluppare un’accoglienza consapevole nei confronti dei turisti delle radici e per stimolare nuove ricerche e studi su questo tema. Italea Liguria si è così posizionata come punto di riferimento affidabile in regione per il Turismo delle Radici.
Un’emigrazione precoce e diversa dal resto d’Italia
La Liguria ha una storia di emigrazione antica e peculiare rispetto al grande esodo che ha coinvolto il resto d’Italia nella seconda metà dell’800. Le prime migrazioni consistenti partirono ben prima dell’Unità d’Italia e videro come protagonisti i borghi costieri. Naviganti esperti, patroni di navi e capitani, spinti dal desiderio di aprire nuove rotte commerciali, si stabilirono in Spagna e Portogallo già nel ‘500 e ‘600. Cognomi come Adorno, Centurione, Castiglione, Cattaneo, Doria, Grimaldi, Pinelli si ritrovano oggi nelle anagrafi di molti paesi di adozione.
Un’emigrazione che non era solo di uomini d’affari e marinai, ma che coinvolse l’intera struttura sociale. Nell’800, ad esempio, i pescatori liguri erano i due terzi di quelli attivi a San Francisco.
Un mosaico di storie e memorie
Nel corso del convegno si sono susseguiti 18 interventi dal vivo, arricchiti da contributi video e collegamenti online. La narrazione è stata volutamente sfaccettata e multiforme, senza la pretesa di essere esaustiva, ma con l’intento di offrire un affresco vivido dell’emigrazione ligure attraverso il tempo.
Un mosaico di storie e memorie
Nel corso del convegno si sono susseguiti 18 interventi dal vivo, arricchiti da contributi video e collegamenti online. La narrazione è stata volutamente sfaccettata e multiforme, senza la pretesa di essere esaustiva, ma con l’intento di offrire un affresco vivido dell’emigrazione ligure attraverso il tempo.
🔹 La fatica e il riscatto – Il fenomeno migratorio non fu solo un sogno di opportunità, ma anche un percorso di sacrifici, rischi e ingegno. Lo dimostra la storia incredibile di Leopoldo Saturno, trovatello della Fontanabuona emigrato in Nevada, che riuscì a costruirsi una fortuna nell’agricoltura. Non dimenticò mai il suo paese d’origine, San Marco d’Urri, e, 40 anni dopo la sua morte, i suoi figli inviarono un assegno di 340.000 dollari da dividere tra i 284 residenti del paese. Un’eredità accettata da tutti, tranne uno, simbolo di quell’atavica diffidenza ligure che nemmeno la generosità dello “Zio d’America” riuscì a scalfire.
🔹 I Battibirba di Sopralacroce – Emigrare non era facile e, per alcuni, ottenere un permesso significava inventarsi soluzioni ingegnose. Alcuni contadini dell’entroterra ligure si procurarono patenti false per dichiararsi mendicanti e poter espatriare.
🔹 La storia marittima – Ogni bastimento ligure rappresentava un’intera famiglia in viaggio: armatore, capitano, mozzi erano spesso parenti. A Camogli, Santa Margherita, Recco e Lavagna, le imbarcazioni non erano piroscafi, ma brigantini a vela, perfetti per la navigazione atlantica. Nell’area del Rio de la Plata, dal 1820 arrivarono liguri che si distinsero come calafati, maestri d’ascia e imprenditori armatoriali, lasciando un segno indelebile nella storia della navigazione locale.
🔹 I vetrai di Altare – Esportavano competenze, non solo manodopera. Le loro squadre di lavoro partivano con tutto il know-how necessario per costruire fornaci e impiantare intere industrie del vetro nei paesi di destinazione.
🔹 Il culto e le tradizioni – L’eredità religiosa dei liguri emigrati si ritrova ancora oggi nei portatori di Cristi in Argentina, che continuano a tramandare usanze legate ai santuari liguri.
🔹 Dal pesto alla fugazzetta – Anche il cibo ha viaggiato con gli emigranti: lo dimostra la trasformazione della focaccia genovese nella fugazzetta argentina, con tutte le sue varianti locali.
🔹 Sport ed emigrazione – La relazione tra Genova e Buenos Aires è evidente nel calcio: il Boca Juniors fu fondato da figli di emigranti liguri, mentre il River Plate è nato in prevalenza da genovesi.
Emigrazione oggi: nuove sfide e opportunità
Il convegno non si è fermato alla storia. La sessione finale ha messo in luce la diaspora contemporanea e le sfide dei giovani che lasciano la Liguria oggi, in cerca di nuove opportunità all’estero.
Rivivi il convegno!
Gli interventi sono disponibili sui canali YouTube del MEI e di Italea Liguria, e verranno raccolti negli Atti a cura della Fondazione Casa America.